"Il cassetto"

Il quadro reppresenta ciò che può essere contenuto disordinatamente in un cassetto di chiunque.     Chiaro omaggio all'"Ulisse" di J.Joyce (vedi testo).

Tenuto in comodato dal Comune di Bologna, è esposto nella Sala Stampa del Municipio, Palazzo d'Accursio

"A me non pare poi tanto strano che Wolfango dichiari d'amare egualmente, fra i maestri antichi, sia Piero della Francesca che il Caravaggio: che compaiono, infatti, fra le cartoline confuse nel ciarpame d'uno dei suoi più vasti e meditati dipinti. Perché, se si volesse fare della critica formale e un po' pignola, non sarebbe difficle accorgersi che, pur non avendone affatto l'apparenza, questa pittura così fieramente e fastidiosamente vera cresce su una calcolata trama di rapporti spaziali, di proporzioni, di rispondenze anche geometriche. Di inavvertibili simmetrie, di attente ripartizioni. Così, ad esmpio, tra tutte le cose umili, lacere, inutili eppur preziose del suo 'Cassetto' (o del nostro, di ciascuno di noi) appare neppur troppo nascosta una linea di simmetria che scende dall'alto, dall'ombra portata del pacchetto di fotografie e passa esattamente per il centro geometrico del quadro, che è l'angolo superiore della cartolina indirizzata alla sua famiglia, nella vecchia da poco abbandonata casa di via dei Sabbioni; la firma del mittente, che scrive dagli Stati Uniti, non si legge perchè vi è posata sopra una scatola circolare, lasciata aperta, il cui contenuto si è rinsecchito; ma la linea di simmetria taglia quel circolo perfetto esattamente al suo terzo, in preciso rapporto di tripartizione. [...] E poi, si sa, calcoli simili s'usano fare anche sui dipinti del Caravaggio: il vero non è l'opposto della misura e del bello; il suo opposto è solo il falso."

Eugenio Riccòmini dal Catalogo della mostra Wolfango - Grandi dipinti, 1986

"La rappresentazione è forse più variegata ne 'Il cassetto' che recinge resti di vita sciupati e gettati alla rinfusa, ma indistruttibili come le presentazioni dell'Incoscio. Di nuovodalle presentazioni-di-cotone in grosse trame (in basso a snistra), di-patinature velate (al centro a destra), di-materia rosea-rosso carne, partono sensazioni che portano alla rappresentazione. Ed allora troviamo figure nelle rappresentazioni virtuali della fascia che curò la gamba ferita del figlio. Più in là scorgiamo la fotografia di un quadro dentro il quadro (mìse en abîme) o le inquietanti fotografie di genitali femminili. In particolare attrae la presentazione 'materia straccia e filamentosa' (più al centro in alto) che propaga pure sensazioni di cose consumate cui corrisponde la rappresentazione 'lettera stracciata', completa di realistica affrancatura, bollo di annullo ed indirizzo."

Enrico Cesare Gori , dal catalogo della mostra Wolfango, 1991

"Il 'Cassetto' infine, grande composizione entro cui la memoria fa la parte del leone, sembra divenire sintesi di un percorso artistico che comunque, sempre, tende alla completezza del singolo esemplare. Presenze dichiaratamente legate ad un vissuto personale entrano in commistione con elementi che costituiscono la memoria dell'uomo in quanto creatura esistente. L'idea della stratificazione e della mente come deposito, su cui le suggestioni provenienti dall'esterno permangono in modo non del tutto indiscriminato, connota e decide la fisionomia della composizione.

Tutte le sue opere rivelano un ponto di vista che osserva dall'alto e offre gli oggetti nel loro ingigantimento, stravolgendo il rapporto fra microcosmo e macrocosmo. È uno sguardo sintetico ed analitico insieme, capace di rilevare lenticolarmente il dettaglio per renderlo comunque altra cosa."

Loretta Secchi, dal catalogo della mostra Wolfango, 1991

  La gomma, in basso a sinistra nel quadro