L'ORIGINALE: |
Nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, la Cappella Contarelli è decorata da tre tele di Caravaggio, dipinte nei primi anni del '600. La tela centrale, collocata sopra l'altare, rappresenta "San Matteo e l'angelo". Essa è la seconda versione del quadro, poiché la prima fu rifiutata dai committenti.
E' questa prima versione ad essere presa in esame da Wolfango. Subito acquistata dal M.se Giustiniani, protettore di Caravaggio, fu in seguito decurtata, probabilmente su tre lati, per conformarla ad altri tre quadri rappresentanti gli altri evangelisti. I discendenti del marchese cedettero il quadro al Kaiser Friedrich Museum nel 1815, ma nel 1945, verso la fine del secondo conflitto mondiale, andò distrutto - o così si ritiene.
Si ha notizia dell'esistenza di due copie del quadro, ma sono entrambe perdute e di esso rimane solo una fotografia in bianco e nero. |
LA COPIA: |
È prima di tutto un omaggio di Wolfango al grande Maestro Caravaggio.
Al tempo stesso si configura come un tentativo di ricostruzione del quadro perduto: è stato necessario ipotizzare le primitive misure, le parti decurtate, i colori originali.
Wolfango ha realizzato la copia nelle misure di cm 300 x 200, ampliando il campo visivo dipingendo nella zona alta un cono di luce e prolungando l'ala dell'angelo a destra e l'ombra del piede in basso.
I colori sono stati dedotti attraverso il riferimento alle tinte abitualmente usate da Caravaggio e la valutazione dell'intensità tonale del bianco e nero della foto.
Si è tenuto inoltre conto della memoria di René Jullian (1961) che parla di verde, rosso e bianco. |
ALTRE IMMAGINI: |
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"San Matteo e l'angelo": per curiosità riportiamo la seconda versione del dipinto eseguita da Caravaggio.
La prima versione fu rifiutata e fece scalpore: il santo era rappresentato come un popolano semianalfabeta a cui l'angelo guidava materialmente la mano nello scrivere il Vangelo. Questa seconda versione crea certo minor scandalo.
Si trova a Roma sull'altare della cappella Contarelli nella Chiesa di S.Luigi dei Francesi. |