Come esige la legge, la copia è di qualche centimetro più grande dell'originale: 7,64 x 3,22 metri. E' dipinta su tela in acrilico, e si trova nell'Aretino.
È ovviamente un omaggio al grande Maestro, ma è al tempo stesso un tentativo, rispettoso ma assai "temerario", di formulare un'ipotesi ricostruttiva delle parti mancanti. Nella ricostruzione Wolfango si attiene a una metodologia basata il più possibile su un paradigma indiziario, sviluppato su tre livelli:
Il 1° livello individua una corrispondenza certa fra ipotesi e indizi dati: la ricostruzione risulta perciò indiscutibilmente dimostrata ed esaustiva. Come, per esemplificare, in un cavallo l'attaccatura di uno zoccolo alla sua gamba.
Il 2° livello individua una ricostruzione evidente ma non oggettiva: come la certezza dell'esistenza di un volto mancante al copricapo o all'elmo che lo sovrasta, ma l'impossibilità di conoscerne la connotazione.
Il 3° livello presenta ipotesi solo probabilistiche, laddove il vuoto (lacuna) è completamente privo di indizi, come si può vedere osservando l'estremità della zona destra dell'affresco. La scelta fra le possibili ricostruzioni è affidata all'intuizione del copista. |