"I suoi disegni sono la traccia, affidata al mezzo "povero" del carboncino, di un amoroso e furioso corpo a corpo con le cose, scavate in ogni più nascosta piega, indagate in ogni grinzosità, porosità o screpolatura della materia: rose in boccio o spalancate, frammenti di noci e di arachidi, agli sgranati, melograne aperte, oggetti minimi della quotidianità ingigantiti nelle dimensioni come per potenziare le risonanze visive e tattili dell'esplorazione. E il segno del carboncino, di volta in volta rapido o analitico, nervoso o disteso, denso o impalpabile, conserva l'energia del gesto che lo ha tracciato, a segnalare la reciprocità del rapporto con le cose: non una riproduzione passiva di impulsi ottici, magari mediata dalla fotografia - come spesso avviene fra i "figurativi" attuali - ma un dialogo che coinvolge insieme e totalmente la mente, l'istinto, il corpo dell'artista, nell'intento - apparentemente forte per un pittore contemporaneo - di riafferrare tutta la fragranza e la consistenza di quello che i nostri sensi ci dicono essere il mondo "reale".
[...]
E la gelosa fedeltà dell'artista ai dati dell'esperienza sensibile riacquista il suo antico significato di protesta contro la morte delle cose, di esaltazione della loro deperibile e preziosa bellezza."
Guido ARMELLINI dal catalogo della mostra I disegni di Wolfango, Galleria Forni, 1991
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La Patata (Premio Suzzara) 1996, carboncino e pastello su carta,
cm 101x75 |
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Il secondo carciofo d'Aprile 1991, carboncino e pastello su carta,
cm 100 x 71 |
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La melagrana 1991, carboncino su carta,
cm 75 x 86 |
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La noce 1989, carboncino e pastello su carta,
cm 100 x 75 |
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Le arachidi 1988, carboncino su carta,
cm 75 x 100 |
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"The crooked rose" (dedicato a Dylan Thomas)
1988, carboncino su carta,
cm 75 x 86 |
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La rosa gialla di fronte 1987, carboncino su carta,
cm 83 x 92,5 |
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Vertebra cervicale
1986, carboncino su carta,
cm 75 x 86 |
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Il grande aglio aperto 1982, carboncino su carta,
cm 150 x 120 |
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